
Che onore, la prima recensione di un libro sul sito del mio cuginetto.
Peccato che il romanzo di cui brevemente parlerò possa essere definito in un solo modo: BRUTTO.
Ricordo che il mio prof del liceo (bei tempi) spiegava che per un’opera letteraria non si possono usare i termini “bello” e “brutto”, bensì bisogna dare una motivazione del perché è o non è piaciuto.
Seguendo i consigli del mio amato prof. dico che questo libro non mi e’ piaciuto perché e’ PROPRIO BRUTTO, un’operazione commerciale ben costruita. Lo ammetto: il titolo e’ indovinato(soprattutto la metafora che sta nel titolo) e anche i primi due capitoli sono affascinanti. Insomma,l’inizio e’ promettente. Il resto invece e’ assolutamente da buttare.Una marea di luoghi comuni da fiction tv (l’amico gay, il bullismo, l’anoressia, il padre autoritario, etc…), sembra una puntata di Studio Aperto! Manca solo la figa.
I personaggi sono incomprensibili. Non si capisce cosa guidi i loro comportamenti. Tutto pare calato dall’alto. Non c’e’ introspezione e l’immedesimazione del lettore e’ impossibile. Anzi, non solo non riesci ad immedesimarti in loro, ma non ti suscitano proprio nulla, al massimo un po’ si stizza perché sono sempre così statici.
Il top dell’assurdità’ e’ per me il marito di alice, un medico che vuole dei figli da una moglie anoressica, fantastico.
L’ambientazione e’ ancora peggio. Tutto e’ uno sfondo sfocato e approssimato.
Sembra che Giordano non sia mai stato nè al liceo nè all’università, ma in realtà neanche in questo pianeta. La trama e’ pessima e lacunosa. Salta di qua e di là senza connessioni. E molte situazioni che sembrano determinanti o gravi non hanno nessuna conseguenza.
Chiediamo a Davide cosa rischia se distrugge le fotografie di un matrimonio, bene, alla protagonista fotografa non succede niente. O forse sì, ma Giordano non ci tiene a farcelo sapere.
Il finale e’ frettoloso. Il messaggio che mi ha trasmesso e’: ”Avete comprato il libro e siete arrivati fino a qui: bravi. Ma ora io termino la storia perché ho di meglio da fare”.
Insomma: non compratelo, solo se qualcuno ve lo presta siete da me autorizzati a leggerlo. Mamma mia, che porcheria!
venerdì 24 ottobre 2008
La solitudine dei numeri primi.
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1 commento:
Grazie cugina, ottima la prima recensione dedicata ai libri, peccato che alla fine il libro di cui parli viene completamente smontato, anche a me affascinava il titolo, secondo me può essere considerato uno dei più belli che ho visto. Una considerazione sul fatto che ti ricorda una puntata di Studio Aperto: ma anche te da un autore che si chiama "Giordano" cosa potevi aspettarti!!!
Comunque penso che non leggerò il libro.
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