mercoledì 26 novembre 2008

Italia, fallimento come l'Argentina?

Se vi aspettate subito una risposta alla domanda posta sul titolo, vi anticipo e smentisco subito dicendo che questo sarà un post creato solo per farvi capire quando e se questo avverrà.
Vi ricordate il caso Parmalat, dove Beppe grillo ha anticipato tutti i più grandi guru della finanza prevedendo il più grosso crack italiano, aveva solamente analizzato i bilanci della società, osservando l'enormità di debiti che questa aveva.
Ovviamente bisogna sapere dove reperire questi dati, grazie a Internet e per una nazione come l'Italia, è molto più facile di quello che si crede averli disposizione. Per capirli sono necessarie un po' di dosi basilari matematiche ed economiche, di aiuto potrà esservi sicuramente il mio precedente post economico sull'andamento dei conti pubblici italiani.
Primo punto: dove reperire i dati sui bilanci dei conti pubblici, recatevi sul sito del ministero dell'economia e delle finanze del governo, nella sezione comunicati stampa, a inizio mese viene pubblicato il bilancio del mese precedente, dove vengono indicate fra le altre cose le entrate, le uscite e il passivo (o attivo) relative al passivo del periodo in questione, si tratta di un dato provvisorio (quello definitivo viene messo on-line dopo circa 50-60 giorni), ma comunque attendibile.
Per farvi un esempio prendo in osservazione il mese di settembre, a noi interessa la voce "Fabbisogno (-) / Disponibilità (+)", in questo caso - 11.799, cioè allo Stato a settembre mancavano circa 12 mila miliardi di Euro. Se noi sommiamo tutti questi valori per ogni mese (fate riferimento alla tabella presente in questo post, la aggiornerò nei prossimi mesi) si ottiene il dato del deficit annuale, rimando sempre il mio grafico, con l'andamento dei vari parametri interessati (con tutti i bilanci, con relativo deficit dell'anno 1990 fino al 2007).
Come secondo link, per capire futuro della nostra nozione, bisogna prendere sito con i risultati delle aste dei titoli di Stato (BOT, BTP, CCT, e CTZ), chiamateli pure "Bond", è con questi che l'Italia si ripaga i suoi debiti: ad esempio, mancano 3 miliardi allo Stato, si colloca un BOT mettiamo semestrale di tale valore, se dopo sei mesi non si saranno ancora trovati questi soldi, si emetterà un nuovo BOT e così via. Andando a vedere in questo sito, a noi, per ogni collocazione, interessano due voci: l'importo richiesto e l'importo assegnato, in particolar modo, la prima deve essere più alta della seconda, altrimenti allo Stato verrebbero a mancare i soldi (o come si dice la liquidità, quello che è successo in questi periodi alle banche fallite). Vediamo l'esempio prendiamo come riferimento i risultati dell'asta dei BOT a 12 mesi dell'11 novembre 2008 la domanda è stata di 9.915 miliardi di Euro, mentre l'offerta era di 6.000, da ciò si può dedurre che per quell'emissione non ci sono stati problemi. Diciamo pure che negli ultimi mesi la situazione è sempre stata tranquilla, la richiesta è stata quasi sempre circa doppia rispetto all'offerta, quindi non si è corso nessun rischio, questo grazie anche agli altri rendimenti offerti (circa il 4% lordo), e se paragonati ai rendimenti azionari sono manna dal cielo in questo periodo.
Quand'è che allora si inizierà a rischiare? Visto il continuo aumento di questi mesi del deficit, per capire meglio a che riferimento al grafico che ho preparato pubblicato all'inizio di questo post, questo indica l'andamento del deficit annuale cumulativo del 2008 rispetto al 2007, mese per mese, vi faccio un esempio a maggio l'andamento dei primi cinque mesi che era migliore di € 6.500 rispetto all'anno precedente mentre ad ottobre risultava peggiore di € 13.700, sommando i due dati si può notare che negli ultimi cinque mesi c'è stato un buco di bilancio di € 20.000, che bisognerà sanare con l'emissione di nuovi bond statali. Se l'andamento continuerà a peggiorare nei prossimi mesi potremo iniziare a preoccuparci, in più si continueranno a calare i rendimenti dei tassi europei (ora al 3,25%, un mese fa al 4,25%) andando sotto al 2%, avremo sì un risparmio di debito pubblico sugli interessi pagati annualmente, ma potrebbe crearsi un disinteresse per i titoli di Stato, esempio: ci si potrebbe chiedere perché investire dei soldi avendo un rendimento dell'1% quando se si lasciano disponibili sul conto, si avrà praticamente lo stesso valore.
Se questo dovesse accadere, sarà allora che le banche chiederanno i rubinetti, non si potranno ritirare i soldi dagli sportelli, se non una piccola cifra, l'Italia uscirà dall'euro, tutti i vecchi conti, se rimarranno soldi, saranno convertiti nella nuova moneta, l'inflazione inizierà galoppare con tassi a due cifre e probabilmente si moltiplicheranno le scene di guerriglia all'interno della città, non è molto che tutto questo è successo in un paese chiamato Argentina.
L'attuale crisi mondiale, sta sicuramente peggiorando le cose, un motivo in più per sperare che duri il meno possibile.
Successivi post:
Italia, fallimento come l'Argentina? (2)
Italia, fallimento come l'Argentina? (3)

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